Il potere del journaling: come avvicinarsi alla scrittura che libera e trasforma
- Laura Realbuto

- 1 dic
- Tempo di lettura: 6 min

Ho sempre pensato che nello scrivere si nascondesse una bellezza silenziosa.
Un quaderno, una penna, qualche colore, questi pochi e semplici strumenti diventano porte d’accesso a noi stesse.
In questo articolo parliamo del potere del journaling che non è solamente una pratica di scrittura, ma un vero e proprio allenamento creativo, un atto liberatorio verso la nostra interiorità. È come fermare il tempo per dare spazio alle emozioni e alleggerire la mente.
Come scriveva Anaïs Nin: “Scriviamo per assaporare la vita due volte: nell’attimo che fugge e nel ricordo che rimane.”
Cos’è il journaling e perché fa bene alla mente
Il journaling è la pratica di scrivere per sé stessi per imparare ad ascoltarsi. È un dialogo intimo con la propria interiorità, uno spazio in cui dare voce a pensieri, desideri, paure e intuizioni.
Scrivere diventa così un atto di consapevolezza dove le parole non rimangono sospese nella mente ma prendono forma sulla carta liberandoci dal loro peso.
Il journaling come strumento di crescita personale
Quando accompagno le persone nei miei percorsi di coaching porto spesso con me questa pratica, perché credo che il journaling sia molto più di un semplice esercizio e la reputo una tecnica di decluttering mentale.
Lo reputo uno strumento pratico e creativo per rendere visibili obiettivi, blocchi, sogni e possibilità, come una bussola che aiuta le persone a ritrovare direzione senza imporre risposte, accompagnandole con delicatezza verso nuove consapevolezze.
Così come riordiniamo i cassetti o gli armadi possiamo riordinare i nostri pensieri.
Le parole una volta impresse su un foglio diventano più leggere perché non sono più prigioniere dentro di noi e diventano tracce visibili che possiamo osservare, accogliere e persino trasformare.
Il journaling anarchico: libertà e creatività senza regole
Ho imparato ad amare ancora di più questa pratica grazie a Giovanna Martiniello (la trovi su Instagram @anemaestorie sempre con nuove idee), che mi ha trasmesso la tecnica del “journaling anarchico” cioè scrivere e creare senza schemi, senza costrizioni, senza la paura del “giusto” o dello “sbagliato”.
In questa dimensione, il journaling diventa un laboratorio di libertà dove si mescolano pensieri, immagini, poesia e colori. Ogni pagina è un piccolo mondo che racconta un pezzo di noi ed è proprio quando impariamo a lasciare andare la perfezione che scopriamo che la creatività trova da sola il suo spazio.
Journaling creativo: colori, Washi tape e scrapbooking
Perché usare strumenti visivi nel journaling
La scrittura non è fatta solo di lettere ma è fatta anche di segni, di forme, di immagini che ci rispecchiano.
Dare forma alle emozioni attraverso immagini e segni
Un titolo evidenziato da un tratto di pennarello colorato, una parola incorniciata da un nastro decorato o una poesia che prende vita tra ritagli e fotografie: tutto questo è espressione creativa, è la possibilità di allenare l’immaginazione e lasciare che il cuore si manifesti attraverso più linguaggi.
Strumenti per iniziare a fare journaling
Quaderni, penne e carta speciale
Quaderni a righe, a quadretti, con carta bianca o spessa per acquerello, cartoncini colorati.
Penne e pennarelli colorati, per dare risalto alle emozioni.
Washi tape, stickers e scrapbooking
Washi tape decorativi per incorniciare o dividere pagine.
Stickers e timbri, per aggiungere dettagli e rendere le pagine giocose.
Elementi di scrapbooking per trasformare le pagine in piccoli diari visivi.
Colori, acquerelli e collage emotivi
Acquerelli e pastelli per chi ama dipingere e colorare.
Ritagli di riviste e fotografie per i collage.
Bustine, taschine e post-it per custodire segreti o ricordi speciali.
Questa è una buona parte di materiale che puoi utilizzare per iniziare a fare journaling in modo creativo.
Tecniche di journaling per ritrovare sé stesse
Scrittura libera e flusso dei pensieri
Hai mai pensato quanti benefici nasconde la scrittura libera?
In effetti è una pratica semplice eppure potentissima: ti siedi, appoggi la penna sul foglio e lasci che le parole scorrano senza freni, senza giudizi, senza l’obbligo di scrivere qualcosa che debba necessariamente “avere senso”.
Non devi per forza costruire frasi perfette e non devi controllare il risultato.
Basta lasciar seguire il ritmo naturale dei tuoi pensieri, come se stessi aprendo una finestra e lasciando entrare aria nuova.
La scrittura libera funziona perché toglie la pressione, scioglie i nodi, permette alle emozioni di muoversi liberamente, perché proprio quando non cerchi la perfezione, la verità emerge da sola, chiara, sincera, sorprendentemente liberatoria.
È così il flusso ti porta là dove la mente da sola non riesce ad arrivare.
E se vuoi esplorare ancora di più, puoi affiancare alla scrittura libera a queste forme di journaling intuitive e trasformative:
Pagine del mattino: alcune pagine scritte appena sveglia, in un momento dove non ci sono filtri, per sgomberare la mente prima di iniziare la giornata.
Dialogo interiore: una conversazione scritta con una parte di te (ad esempio la bambina interiore, la te del futuro, la te che ha paura o che desidera), per ascoltare davvero ciò che hai dentro.
Journaling somatico: partire da una sensazione del corpo come un peso, un nodo, un calore, una intuizione e scrivere ciò che ti comunica, trasformando l’emozione in parole.
Visual journaling: alternare parole a piccole illustrazioni, segni, simboli, come se la pagina fosse un giardino in cui far crescere ciò che senti.
Lettere che non devi inviare: scritte per lasciare andare, per chiudere un ciclo, per ridare voce a qualcosa che hai taciuto troppo.
Sono tecniche semplici che puoi modulare e mescolare come vuoi, l’importante è permettere alle parole di respirare, muoversi e liberarti, perché è proprio in quel flusso leggero, spontaneo ed imperfetto che spesso scopri la parte di te che stava aspettando di essere accolta e ascoltata.
Liste per chiarezza
Le liste sono uno degli strumenti più immediati e potenti dell’organizzazione e in questo caso anche del journaling.
Funzionano perché semplificano, portano ordine e tirano fuori ciò che davvero conta. Quando scrivi una lista stai facendo spazio.
Ti lascio alcuni esempi che puoi usare sul tuo journal:
Lista delle priorità del giorno: cosa merita la tua energia?
Lista dei sì e dei no: ciò che vuoi accogliere e ciò che vuoi lasciar andare.
Lista delle cose che ti confondono: metterle su carta le rende più chiare.
Lista dei desideri: da quelli piccoli e quotidiani ai più profondi.
Lista delle cose che ti fanno stare bene: un inventario del tuo benessere.
Ogni lista diventa un piccolo faro che illumina, chiarisce, libera.
Diario della gratitudine
Anche il diario della gratitudine è un rituale semplice ma profondamente trasformativo. Consiste nello scrivere ogni giorno, o ogni volta che senti il bisogno, almeno tre cose per cui sei grata.
Possono essere grandi o minuscole, ma questa è una questione meramente soggettiva. Puoi scrivere di un sorriso ricevuto, di un tè caldo, di una conversazione, di un momento per te oppure di un cielo più leggero dopo la pioggia.
La magia di questa pratica sta in ciò che piano piano produce:
sposta l’attenzione da ciò che manca a ciò che c'è,
apre gli occhi ai dettagli,
allena mente e cuore a riconoscere la bellezza,
riduce quella sensazione di rumore interiore che spesso confonde.
È come una forma di decluttering emotivo perché ti induce a fare spazio alla luce e a lasciare meno posto alle preoccupazioni.
Per accompagnare questo percorso, avevo creato anche un workbook dedicato alla gratitudine che si chiama Natura.
Una raccolta di pagine, spunti e riflessioni da compilare e vivere con calma. Puoi scaricarlo direttamente cliccando qui.
Scrivere gratitudine significa ricordarsi che, nonostante tutto, ogni giorno porta con sé piccole scintille di bene.
Il potere della poesia nel journaling
Amo inserire versi poetici all’interno delle pagine talvolta sono scritti da altri, talvolta nati spontaneamente nel flusso della scrittura.
Spesso sono elenchi di parole collegate tra loro da un unico significato che si trova dentro di me.
La poesia ha il potere di dare voce all’indicibile e di accarezzare emozioni che faticano a mostrarsi.
Emily Dickinson, una delle poetesse che amo di più, scriveva: “Se leggo un libro e mi fa gelare il corpo tanto che nessun fuoco può più scaldarmi, so che quello è poesia.” e il journaling quando si tinge di versi ha proprio il potere di scuotere, riscaldare e liberare.
Journaling come rituale di benessere e autoascolto
Questo potente strumento di creatività e scrittura è un invito ad ascoltarsi e a creare, è un dono che ci facciamo ogni volta che scegliamo di dedicarci del tempo di qualità, di sederci davanti a un foglio e lasciare che le nostre mani, più che la nostra mente, ci guidino.
Scrivere diventa così un rituale di bellezza, un tempo libero da incombenze della vita quotidiana, un modo per coltivare la propria crescita personale e nutrire il proprio benessere emotivo.
Perché scrivere non è solo scrivere: è respirare, liberare, creare.
Ed è in questo spazio di carta e colori che impariamo a ritrovarci ogni giorno un po’ di più.






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